Essere artisti oggi: intervista alla scrittrice Mariagraziella Belloli
Cultrice appassionata di ogni forma di arte, Mariagraziella Belloli studia il bello in tutte le sue accezioni, specialmente nelle arti figurative e letterarie. Ha pubblicato con editori prestigiosi, come Giunti e Laterza, ma non disdegna di collaborare con editori locali convinta che essere un’ intellettuale oggi sia anche raccogliere la sfida di operare sul proprio territorio di appartenenza. Tra i suoi scritti ricordiamo per le edizioni Stilo vari saggi tra i quali Il pellegrino di Rostov. Storia della chiesa russa in Bari e Il presepe tra Oriente e Occidente. Numerosi sono stati anche i racconti storici premiati e pubblicati in concorsi nazionali. L’ultimo suo lavoro “Amore di terra lontana, una storia d’amore nella Bitritto del Cinquecento” pubblicato da Sogni di carta, Lecce, ha riscosso grande interesse e consenso; presentato al Salone del libro di Torino del 2018 è stato trasposto anche in opera teatrale.
Cosa significa essere artisti oggi? E quale è il ruolo dell’artista nella società attuale?
Ritengo che non avrei mai potuto non essere artista in questa Nazione in cui la Bellezza è in ogni angolo e accompagna ogni respiro di chi la abita. Per questo trova anche senso la ricerca storica , sempre presente nei miei lavori, in quanto accompagna e implementa il Bello che è presente da generazione in generazione nel DNA di ognuno di noi.
Gli antichi ritenevano che l’arte fosse una sorta di magia e che fosse appannaggio dei maghi che “ vedevano” come la fata Viviana delle leggende arturiane, oltre la nebbia in cui l’uomo è spesso immerso, la luce. Io ho mutuato da questa teoria la convinzione che l’arte, qualsiasi tipo di arte, sia incantesimo e incanto e che possa quindi generare quella forza propulsiva capace di ridare all’uomo, ad ogni uomo, la speranza e la certezza di poter costruire, attraverso il suo vissuto quotidiano, un mondo migliore. Il ruolo dell’artista oggi è “semplicemente” quello di accompagnarlo e sorreggerlo in questo cammino.
Come è nata l’idea di scrivere un romanzo storico?
Dalla mia grande passione per quella ricerca delle radici di ognuno di noi e della società in cui operiamo che spiega e incarna le nostre scelte, il nostro modo di vivere e di concepire la Bellezza presente in ogni esistenza.
Da questo libro è stata tratta una pièce teatrale. Che tipo di rapporto si è instaurato con il regista e quale emozione ha provato nel vedere sulla scena un suo lavoro?
La compagnia Onirica ha liberamente trasposto il mio lavoro producendo una pièce rappresentata in maniera itinerante per le vie e i luoghi narrati nel romanzo, rendendolo in tal modo accessibile ad un pubblico attento e gioioso che spesso si è immedesimato nel giuoco scenico, prendendone, talvolta, parte attiva. Questo ha generato in me una fortissima emozione e la convinzione di aver ridato alla comunità locale l’orgoglio della propria storia.
4 commenti
cleto Adonino
Grazie di condividere queste preziose informazioni culturali/artistiche.
Molto preziose per me.
Grazie e un abbraccio
Donastella
Grazie a te che ci segui sempre con affetto. A presto
Anna Materi
Avere il piacere di conoscere Graziella è come avere l’onore di possedere un dono prezioso da custodire accuratamente. Da lei ho appreso la grazia dell’umiltà in una tempra d’acciaio, la sapienza del silenzio laddove semmai altrove solo urla. La misura delle cose è sua fedele compagna, conoscerla e frequentarla è sicuramente un valore aggiunto nella mia vita.
Donastella
Non posso che concordare su tutta la linea!