Artisti e movimenti

La Gioconda prima rubata e poi raddoppiata

Il mio amore per l’arte mi ha spinto tante volte a studiare e riflettere sui temi più diversi stimolata a volte da mostre, libri o alle volte da richieste specifiche. E’ stato un grande piacere che in questa occasione lo stimolo sia giunto da due amici: Monica Angiuli, coordinatrice della rassegna “In arte…attori” presso il teatro Duse di Bari e Gianfranco Troccoli della bottega d’arte “Ab Ovo” di Napoli. Entrambi mi hanno chiesto di fare una riflessione sul genio di Leonardo da Vinci. Data la vastità del tema la mia attenzione si è focalizzata solo su un’opera di Leonardo, la più celebre: La Monna Lisa. In questo post condivido con voi alcune riflessioni sui “corsi e ricorsi storici” che hanno caratterizzato anche il quadro della Gioconda: da essere trafugato nel 1911 ad avere un suo doppione all’interno del Louvre ad opera di uno dei più straordinari artisti della nostra epoca, Banksy.

La parete spoglia del Louvre dopo il furto

L’opera simbolo del Rinascimento italiano e del lavoro di Leonardo Da Vinci è il ritratto di Lisa Gherardini moglie di Francesco del Giocondo conosciuto nel mondo come la “Monna Lisa” o “Gioconda”. Il dipinto, un olio su tavola di pioppo della dimensione di 77x53x3 cm, iniziata dal grande maestro nel 1503 fu portato da questo sempre con se in giro per l’Europa fino ad arrivare nelle mani del re di Francia Francesco I per poi essere conservato nel museo parigino del Louvre.

La permanenza del quadro nel museo del Louvre è stata protagonista di diverse avventure, la più famosa delle quali è quella del suo furto nel 1911. Un italiano, tale Vincenzo Peruggia, convinto ingiustamente che il famoso quadro fosse stato bottino di guerra nelle campagne napoleoniche in Italia, con un atto di “eroismo” si introdusse nel museo, staccò la famosa opera dal muro e dopo aver passato la notte in uno sgabuzzino abbarricato ad essa, uscì tranquillamente dal museo con l’opera sottobraccio.

Vincenzo Peruggia

Lo scandalo per il furto fu immenso e scatenò un vortice di accuse e controaccuse lungo tutta la scala burocratica francese, fino ai ministeri ed al governo. Tra i sospettati vi furono perfino il poeta Apollinaire e Pablo Picasso. Il dipinto della Gioconda diventò soggetto di cartoline e satire irriverenti e la fama già mondiale della Gioconda acquistò una ancora più grande risonanza

Cartolina d’epoca

L’immagine della Monna Lisa fu ripresa in vignette e cartoline che la vedevano in “tour” turistici in giro per il mondo: fra le piramidi, a New York, a Milano o in stile British.

Nel 1913 a seguito di un goffo tentativo di vendita dell’opera da parte di Peruggia che, bisogna confessare, condivideva la nazionalità di Leonardo ma non certo la genialità, La Gioconda fu recuperata dalle forze pubbliche e restituita al museo del Louvre.

Da allora la fama e l’immagine di Monna Lisa ne risultarono ancora più rafforzate ed ancora oggi non sono venute meno.

Un paio di secoli dopo la nascita di Leonardo il filosofo italiano GianBattista Vico, affermò che la storia era fatta di corsi e ricorsi storici. Fulgido esempio di questa teoria può essere considerato il Louvre con le sue vicende, che nel 2004 ritrovò dopo circa un secolo nelle sue collezioni una versione della Gioconda in più. In pieno giorno, sotto l’occhio attento delle ormai onnipresenti telecamere, un uomo, dal coraggio invidiabile, appende la sua opera in una delle sale del museo con la relativa didascalia “de rigueur”.

Banksy ripreso dalle telecamere al museo del Louvre

Il quadro una riproduzione della Monna Lisa leonardesca che al posto del viso ha un enorme smile, non può essere sicuramente paragonato per tecnica e maestria a quello leonardesco, ma rimarrà comunque un “pezzo” della storia dell’arte contemporanea. Il coraggioso autore dell’opera è l’oramai acclamato street writer Banksy, di cui ancora oggi non si conosce la vera identità. Ovviamente l’importanza dell’opera non è data dalla produzione in se stessa, ma dal gesto provocatorio e rivoluzionario che l’autore ha compiuto lasciando una sua opera al fianco dei più importanti capolavori dell’arte europea ed elevando se stesso al gotha dei grandi maestri, come per l’appunto Leonardo. In realtà il gesto di Bansky , ripetuto in seguito in diverse istituzioni museali come la Tate Gallery di Londra e il Metropolitan di new York, ha un significato più profondo; quello di denuncia contro il mercato dell’arte. Con il suo atto Banksy si interroga su come l’artista si deve porre rispetto all’arte, riconosciuta come tale solo se un élite selezionata di critici la consacra come tale.

La Monna Lisa reinterpretata da banksy per il Louvre

Le legittime provocazioni di Banksy sono ancora oggetto di dibattito, ma di una cosa siamo certi: La Monna Lisa dopo più di cinquecento anni è ancora oltre che di ammirazione oggetto di studio e di critica e la sua immagine resta intramontabile nell’immaginario comune.

Bibliografia e sitografia

  • Laura Irrera “Il furto della Gioconda nel 1911” www.ansichtskartenversand.com
  • Ilaria Telesca “Il furto della Gioconda: quando Vincenzo Peruggia rubò il celebre dipinto di Leonardo” www.finestresullarte.info
  • www.banksyunofficial.com
  • Andrè Chastel “la Gioconda. L’illustre incompresa” ed. Abscondita Milano

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