La rabbia e la libertà delle donne: “Timoclea che uccide un generale di Alessandro Magno” di Elisabetta Sirani
L’ebrezza della libertà
Quest’anno per la prima volta ho fatto un viaggio da sola. Ho comprato un biglietto aereo, prenotato una sistemazione per la notte, studiato un itinerario di viaggio. Ho pagato tutto il viaggio con i soldi guadagnati con il mio lavoro da intellettuale, che ho potuto ottenere studiando all’università ciò che più mi piaceva. Sono felice. Una felicità data dall’ebrezza della libertà: la possibilità di fare delle scelte subendone le conseguenze.
Attentati giornalieri alla libertà
La libertà è qualcosa di cui troppo spesso ci dimentichiamo il valore e che purtroppo viene minacciata giornalmente. Nella nostra società occidentale subiamo diversi tipi di attentati che provengono da una cultura talmente radicata in noi di cui ormai non ci accorgiamo quasi. Sei grassa quindi sei brutta, sei felice ma non devi esserlo, non vedi nel telegiornale quante cose orribili avvengono? Come ti permetti quindi di essere felice? Bisogna lavorare tanto tantissimo, soffocarsi di lavoro, anche se inutile inefficace ed inconcludente, l’importante è arrivare a sera sfatto, incapace di pensare o gioire della vita fortunata che hai.
Ci sono attentati alla nostra libertà che noi donne subiamo ingiustamente da quando nasciamo: dove vai da sola? Stai attenta a come ti vesti! Pagarti il lavoro come ad un uomo? Se sei una vera donna devi trovarti un uomo che ti mantenga, oltre che comprarti le calze cosa devi fartene dei soldi? Signora non Architetto, il vero professionista è maschio
Queste sono violenze ed ingiustizie con cui noi donne impariamo a crescere, alcune di noi le subiscono, altre le combattono le più furbe imparano ad utilizzarle per raggiungere i propri scopi. Eppure sono convinta che ognuna di noi accumuli dentro di sé una rabbia che poi esplode.
Timoclea uccide un generale di Alessandro Magno
Ho visto ben rappresentata la rabbia e la vendetta che una donna può mettere in atto nel quadro “Timoclea che uccide un generale di Alessandro Magno” di Elisabetta Sirani, pittrice italiana della metà del 1600. L’opera rappresenta Timoclea nell’atto di spingere un uomo in un pozzo con l’intento di ucciderlo. La rabbia, la volontà e la determinazione di questa donna sono magistralmente tratteggiati dalla Sirani, così come l’espressione di sgomento dell’uomo che sta cadendo nel pozzo. Questi quasi ci parla nella sua consapevolezza e sorpresa di star terminando la propria vita per mano di una sua vittima donna. La storia racconta che Timoclea è stata violentata da un generale parto, il quale dopo aver abusato di lei gli chiede di tradire la sua gente confidandogli dove fossero nascosti tesori e gioielli. Timoclea fa credere al generale che tali tesori siano nascosti in fondo ad un pozzo. L’uomo si sporge per controllare e Timoclea ne approfitta per gettarlo nel pozzo e poi lapidarlo.
Arriverà il giorno
In questi giorni in cui la preoccupazione e l’impotenza per tutte le donne afghane riempiono le nostre anime il mio augurio è che ognuno di loro possa un giorno vedere la stessa espressione del generale di Alessandro Magno sul viso di chi oggi le ha discriminate e perseguitate quando finalmente avranno giustizia.
Bibliografia e sitografia
Angela Frattolillo: ” Elisabetta Sirani. Il genio e la grazia nel Seicento bolognese” Edizioni Persiani
AA.VV.: “Le signore dell’arte. Storie di donne tra ‘500 e’600″ Edizioni Skira 2021