San Ciriaco ad Ancona
Fra i ricordi dei monumenti esaminati durante gli studi universitari uno in particolare mi ritornava sempre in mente come un ritornello: San Ciriaco ad Ancona. Città per me sconosciuta e mai nemmeno immaginata, passo e ripasso ad Ancona nei miei mille viaggi senza avere mai l’opportunità di fermarmi. Finalmente arriva il prestesto: il concerto a ballo di uno dei miei musicisti preferiti. Zaino in spalle finalmente mi avventuro, anche se solo per una giornata, alla scoperta di un pezzettino di Ancona e della per me famosa cattedrale di San Ciriaco.
Alla fine di una scalinata che sembra infinita appare come di incanto la basilica cattedrale di Ancona: San Ciriaco. Con la sua facciata a salienti, scabra di decorazioni se non che per una teoria di arcatelle cieche è subito riconducibile per la fattura alle coeve cattedrali romaniche che punteggiano il territorio pugliese.
La cattedrale, che domina la città ed il porto di Ancona, si erge al posto di un tempio romano dedicato a Venere Euplea, cioè della buona navigazione. La prima costruzione cristiana era una basilica palocristiana dedicata a San Lorenzo. Con la traslazione delle reliquie dei santi Marcellino, Ciriaco e Liberio, protettori della città, la chiesa viene ampliata. Si aggiunge un nuovo corpo ortogonale all’originale creando così una struttura a pianta greca. Successivamente nel XIV secolo l’ulteriore aggiunta del coro trasforma nuovamente la chiesa in un edificio a croce latina.
Il succedersi degli interventi nei secoli sulla chiesa fanno di San Ciriaco una chiesa singolare con delle caratteristiche proprie che la distinguono nettamente dalle mie più conosciute cattedrali pugliesi. Il portale gotico aggiunto sulla originale facciata romanica impreziosisce l’edificio. Bicolore vede l’uso di materiale locale, la pietra bianca del Conero affiancata al prezioso marmo di Verona. L’interno stupisce per la presenza di due cripte situate non nella zona dell’altare, come solitamente accade, ma nei bracci trasversali del transetto che in questo moso vengono sopraelevati e a cui si accede tramite delle scalinate. Su uno di questi è da segnalare la presenza di un altare progettato da Vanvitelli, architetto molto attivo nella città.
Bellissima è la cupola situata all’incrocio del transetto con la navata principale. Quattro angeli bizantini situati nei pennacchi sembrano sorreggere l’alta cupola ornata da dodici costoloni simboleggianti i dodici apostoli.
Di memoria veneta è anche il soffitto a carena di nave che ci ricorda come Ancona abbaia avuto molti scambi con Venezia e la sua cultura.
Come sempre queste scarne riflessioni non sono che un assaggio della bella cattedrale, che devo dire, non tradisce il ricordo di studi ormai lontani.