Santa Maria della Croce a Casaranello.
Pomeriggio di primavera.
Si prende la macchina e via alla ricerca di nuove cose da scoprire. Dopo improperi a Google Maps e paesaggi sconosciuti, arriviamo alla nostra meta: la chiesa di Santa Maria della croce a Casaranello. Siamo nel paese di Casarano, provincia di Lecce in pieno tacco del Salento.
La chiesa
Davanti a noi vediamo un edificio di non grandi dimensioni con una facciata in pietra a faccia vista. La vera sorpresa è entrare nella luce diffusa della chiesa che ci accoglie. La bellezza è data dalla volte a botte che ricopre la navata centrale. Anche se non dotata della verticalità del gotico, la chiesa è ampia e sembra più grande rispetto a quanto ci appariva dall’esterno. Lo sguardo è calamitato però all’area dell’altare: dalla volta e dalla cupola sovrastante l’altare. I soffitti infatti sono riccamente decorati con un antico mosaico del VI secolo d.C. con tessere in marmo e a pasta vitrea. I mosaici sorprendono per i colori vivi quali il rosso mattone il verde il turchese e per i motivi geometrici di rara bellezza e preziosità. All’interno di cornici di memoria Escheriana, senza fine nè inizio, ma in un continuum che calamita al nostro sguardo troviamo rappresentanti soggetti zoomorfi.
La cupola con al centro una croce in un cielo stellato ricorda i mosaici ravennati. Altrettanto interessanti sono i cicli di affreschi sulla volta a botte che ricopre la navata centrale della chiesa e che narrano la vita di Santa Caterina e Santa Margherita. Insomma se avete la fortuna di venire in Salento non dimenticate una visita a questo scrigno di bellezza.
Ho fatto spesso chilometri per cercare la meraviglia senza conoscere quella che invece è proprio vicino a me. Ma non è solo la bellezza quella che ci colpisce di questa chiesa ma anche il suo essere al di fuori di una cultura solo locale per inserirsi in un patrimonio artistico più ampio, nazionale o internazionale come quello dei mosaici di Ravenna. Come sempre una riflessione deve essere fatta sull’importanza che anche i piccoli centri alle volte dimenticati hanno avuto nello svilupparsi o nel rafforzare i movimenti artistici più studiati. Certo non siamo a Ravenna, ma concentrandoci solo sull’abside ed i suoi mosaici possiamo sicuramente per un momento crederci.