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Giuditta e Oloferne a casa Gentileschi
Alla fine del 1500 a Roma una delle botteghe d’arte più rinomate era quella di Orazio Gentileschi. Affermato pittore romano, Orazio rimase presto vedovo con una numerosa prole: una bambina, Artemisia e tre maschietti. Le capacità artistiche del padre furono ereditate proprio dalla piccola Artemisia che lasciò il suo segno nella scena artistica del ‘600. Artemisia apprese l’arte di macinare i colori, l’estrazione degli oli, il confezionamento dei pennelli con setole e pelo animale, l’approntamento delle tele e sopratutto, aiutando il padre, l’arte del dipingere. Uno dei soggetti più volte affrontati dai due Gentileschi fu la storia di Giuditta e Oloferne. Giuditta, eroina biblica del libro omonimo, era una giovane…